Gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità per i fibromi e la prostata

26/01/2015

Gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità per i fibromi e la prostata La frontiera della radiologia interventistica si chiama HIFU (High intensity focused ultrasound), ovvero ultrasuoni focalizzati ad alta intensità: le onde sono fatte convergere in un unico punto all'interno del corpo dove raggiungono la massima energia, aumentando la temperatura locale e bruciando così il tessuto. Lungo tutto il percorso però non succede nulla e la pelle resta intatta: nessun taglio, nessuna cicatrice. «L'impiego è sempre più frequente per esempio sui fibromi uterini benigni — spiega Franco Orsi, direttore dell'Unità di Radiologia Interventistica dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano —. Con l'HIFU si può infatti evitare l'isterectomia, controllando i sintomi anche in caso di grosse masse. Sui fibromi viene spesso impiegata l'HIFU guidata dalla risonanza magnetica, utile se il bersaglio è fermo come appunto un fibroma o una metastasi ossea, mentre quando si interviene su organi come il fegato o il pancreas, che si muovono con gli atti respiratori, occorre usare l'HIFU guidata dall'ecografia». Uno dei primi a impiegare questa tecnica in Italia è stato Carlo Bellorofonte, urologo della Clinica Columbus di Milano, che l'ha largamente utilizzata soprattutto sulla prostata. «Dai primi anni 2000 a oggi sono stati trattati 40 mila pazienti in tutto il mondo, 3 mila negli oltre 25 Centri italiani che utilizzano l'HIFU. Gli studi che ne dimostrano l'efficacia sulla ghiandola maschile sono moltissimi, i risultati sono duraturi, riproducibili e confrontabili con tecniche più invasive, gli eventi avversi sono meno frequenti e la qualità della vita dei malati è migliore». «L'HIFU non potrà sostituirsi alla chinirgia o alla radioterapia, fondamentali per tumori ad alto rischio o in stadio avanzato, — specifica lo specialista — ma è un'opportunità preziosa per la personalizzazione del trattamento in pazienti con un tumore non invasivo e localizzato». «L'HIFU, ancora oggi, come altre tecniche interventistiche, spesso viene proposta II principio Le onde convergono in un unico punto, dove raggiungono la massima «potenza» quando ormai non c'è altro da fare, — riprende Franco Orsi — invece dovremmo imparare a considerarle per i tumori piccoli, riconosciuti grazie alla diagnosi precoce, perché proprio su questi sono risolutive. L'HIFU può essere un'opportunità in alcuni tumori epatici o del seno ed è promettente per il pancreas, per il quale non esistono trattamenti davvero efficaci: i risultati ottenuti finora su tumori non operabili sono buoni. Su tumori più piccoli e iniziali gli esiti potrebbero essere ancora migliori”..
Da Il Corriere della Sera 25 gennaio 2015