Prevenzione del tumore della prostata? Con l’aspirina si riduce il rischio del 40%

28/11/2016

Firenze, 28 novembre 2016 – L’utilizzo dell’asprina per lunghi periodi di tempo può essere efficace nella prevenzione di alcune forme di cancro. Può ridurre del 40% l’insorgenza del tumore della prostata e la protezione sale addirittura al 60% se viene presa regolarmente per cinque anni. Nel carcinoma del colon-retto invece la diminuzione del rischio ammonta al 30%. E’ quanto emerge da uno studio condotto dalla Società Italia di Medicina Generale (SIMG) su 13.453 pazienti affetti da malattie cardio-vascolari. La ricerca è stata possibile grazie alla consultazione dei dati raccolti nel portale Health Search IMS Health Longitudinal Patient Database. Alla prevenzione oncologica è stata dedicata una sessione scientifica del 33° Congresso Nazionale della Società Italia di Medicina Generale (SIMG) che si è chiuso sabato scorso a Firenze e che ha visto la partecipazione di oltre 3.000 delegati. “E’ uno studio davvero importante perché prende in considerazione un medicinale molto utilizzato e malattie oncologiche particolarmente diffuse - afferma il dott. Claudio Cricelli Presidente Nazionale SIMG -. Quello alla prostata è, infatti, il tumore più frequente tra la popolazione maschile del nostro Paese e quest’anno colpirà 35mila italiani. Grazie all’effetto protettivo dell’aspirina potremmo dimezzare il rischio di nuovi casi”. “E’ un farmaco antiaggregante, e antiinfiammatorio - aggiunge il dott. Francesco Lapi Direttore della ricerca di Health Search -. Agisce inibendo alcune vie enzimatiche che favoriscono la proliferazione cellulare. Quindi riesce a bloccare la riproduzione incontrollata delle cellule che caratterizza le patologie oncologiche. E’ possibile sfruttare queste proprietà nella prevenzione del cancro del pancreas e del seno”. “I dati della ricerca italiana sono in linea con quelli di altre simili condotte all’estero - aggiunge il prof. Francesco Cognetti Presidente della Fondazione “Insieme contro il Cancro” -. Saranno necessari nuovi studi per confermare questi numeri estremamente interessanti. In ogni caso è necessario rafforzare l’alleanza tra medico di medicina generale e oncologo per incentivare la prevenzione dei tumori nel nostro Paese”.