Rimossi tumori dalla vescica col robot Si potenzia la chirurgia mininvasiva

27/02/2015

Il reparto dell'azienda ospedaliera diretto der Mearini si conferma all'avanguardia Rimossi tumori dalla vescica col robot Si potenzia la chirurgia mininvasiva TERNI Nella prima settimana di febbraio l'équipe di Chirurgia urologica mininvasiva diretta dal professor Ettore Mearini ha eseguito il terzo intervento di cistectomia radicale nella donna senza incisione Si tratta di una tecnica mininvasiva interamente intracorporea effettuata con l'impiego del robot. Tale esperienza, descritta solo da pochi centri al mondo, riduce il trauma chirurgico e il danno estetico con conseguente impatto emotivo favorevole Questa tecnica mininvasiva prevede di rimuovere la vescica e i linfonodi coinvolti dal tumore utilizzando la cavità vaginale senza effettuare incisioni cutanee Nei tre casi consecutivi praticati, dopo la cistectomia radicale il professor Mearini ha eseguito due ricostruzioni della neovescica con minzione per vie naturali e una derivazione urinaria esterna. "Si tratta di un intervento particolarmente demolitivo che normalmente viene svolto con la chirurgia a cielo aperto e che -spiega il professor Mea-rini - alcuni centri svolgono nella parte demolitiva con la tecnica laparoscopica o robotica ed in quella ricostruttiva con la chirurgia tradizionale. L'applicazione della tecnica robotica sia nella fase demolitiva che ricostruttiva integralmente intracorporea (senza incisioni cutanee) trova la sua massima espressione nel sesso femminile che utilizza il canale vaginale per la sua estrazione, mentre nell'uomo è indispensabile una piccola incisione per estrarre l'organo anima-lato". "La ricostruzione intra-corporea è particolarmente laboriosa - sottolinea il professore Mearini - e richiede tempi operatori più lunghi di circa 90 minuti, ma i vantaggi per il paziente sono straordinari. Innanzi tutto in termini di complicanze soprattutto a carico della parete (si pensi all'infezione delle ferite e ai frequenti laparoceli), inoltre la mobilizzazione sarà particolarmente precoce vista l'assenza di dolore addominale postoperatorio. Altro punto di forza è rappresentato dalla meticolosa dissezione chirurgica dei tessuti che riduce drasticamente il rischio di sanguinamento intraoperatorio". La paziente, quindi, è in grado di alzarsi 12 ore dopo l'intervento, sebbene l'iter preveda comunque un ricovero ospedaliero di circa 10-15 giomi anche per consentire l'acquisizione di nozioni, azioni e tecniche che porteranno la paziente a una nuova autonomia minzionale. "L'opportunità di utilizzare il robot - conclude il professor Mearini -per realizzare la derivazione urinaria esterna o interna senza un danno parietale rappresenta un indiscusso vantaggio psicologico e funzionale".