Tumore delle prostata: 8 anziani su dieci non sanno che si può prevenire

24/07/2015

Catania, 24 luglio 2015 – In Sicilia, il tumore della prostata colpisce ogni anno circa 2.950 persone (36.000 in tutta Italia). È la prima neoplasia tra gli uomini di età superiore ai 65 anni, ma 8 cittadini su 10 non sanno che si può prevenire, convinti che modificare le proprie abitudini sbagliate nella terza età non serva a molto. La conseguenza? I nonni siciliani vantano il primato nazionale per la sedentarietà, solo il 23% pratica attività fisica ogni giorno (dato dimezzato rispetto alla media nazionale al 40%), il 45% degli over65 è in sovrappeso, il 12% obeso. Se solo l’11 % dei nonni è fumatore (rispetto alla media nazionale del 21%), più di un terzo (34%) consuma alcool in quantità rilevante (rispetto alla media nazionale del 25%). Una situazione preoccupante, che ha portato l’Associazioni Italiana di Oncologia Medica (AIOM) a lanciare il primo tour mai realizzato in Italia sulla prevenzione dei tumori negli anziani, che dopo Torino stasera fa tappa alla Sala Convegni “Cortile Platamone” del Comune di Catania. Una vera e propria campagna, unica nel suo genere a livello nazionale, che porterà gli oncologi, da luglio ad ottobre, in dieci città italiane per parlare esclusivamente di lotta alle neoplasie tra gli anziani. L’iniziativa è realizzata con il patrocinio di Healthy Foundation, grazie al contributo incondizionato di Jannsen, farmaceutica di Johnson & Johnson e proseguirà con altri 8 incontri da settembre nei centri della terza età di Bologna, Roma, Milano, passando per Firenze, ancora da Napoli a Trieste, da Ancona a Genova. “In Sicilia abbiamo una situazione preoccupante, frutto di molti miti sbagliati – sottolinea il dott. Roberto Bordonaro, Direttore UOC Oncologia ARNAS  Ospedale Garibaldi di Catania –: 7 siciliani su dieci con età superiore ai 65 anni non fanno esercizio fisico sufficiente. È invece ampiamente dimostrata l’azione protettiva e antitumorale della dieta mediterranea e di una regolare attività fisica, in grado di contrastare i principali processi degenerativi legati all’invecchiamento, prevenire i disturbi cardiovascolari e metabolici e diminuire anche il rischio oncologico. Anche smettere di fumare in età avanzata, come confermano recenti studi, riduce il rischio di invalidità e mortalità fino al 34%”.

Il tour si focalizzerà soprattutto sui tumori della terza età, per spiegare che si deve prevenire, ma anche che quando colpisce può essere vinto e si può tornare ad una vita normale. L’obiettivo? Intercettare una fascia della popolazione per la quale non esistono finora programmi di informazione e prevenzione adeguati. “Abbandonare comportamenti a rischio come il fumo o la sedentarietà presenta enormi vantaggi anche se in un’età matura – aggiunge il dott. Bordonaro – Negli anziani, il rischio di cancro è 40 volte più alto rispetto alle persone di 20-40 anni e 4 volte maggiore rispetto a quelle di 45-65 anni. Stili di vita sani, non solo hanno effetti preventivi, ma quando si è colpiti dalla malattia, aiutano a rispondere meglio alle terapie e ad abbassare il rischio di recidiva”. “Non solo, un secondo problema su cui dobbiamo intervenire – prosegue l’esperto – riguarda il momento della diagnosi. La maggior dei tumori nella terza età sono scoperti in fase avanzata. E spesso non tutti questi pazienti accedono ai trattamenti più innovativi. Per questo nel corso di ogni incontro illustreremo anche i concetti di screening e di tempestività della diagnosi. Prima si intercetta la malattia, maggiori sono le possibilità di superarla con una buona qualità di vita, anche se si è ultrasettantenne. “Nel corso dell’incontro di stasera – conclude Bordonaro – approfondiremo, in particolare, la conoscenza del tumore alla prostata che, grazie anche ai nuovi farmaci, può essere gestito bene in età molto avanzata. Oltre il 91% dei pazienti supera la malattia con una buona qualità di vita. A differenza di altri tumori, per quello prostatico non esistono ancora programmi di screening efficaci come la mammografia e il sangue occulto nelle feci. Diffonderemo negli incontri anche un opuscolo che consente ai malati e ai caregivers di conoscere la patologia, capire cos’è e quando può essere fatto il psa e fornisce consigli pratici su come gestire il forte impatto che la malattia ha nella quotidianità della persona”.

“La nostra azienda è orgogliosa di scendere in campo al fianco degli oncologi in un progetto così importante – afferma il dott. Massimo Scaccabarozzi, Managing Director di Janssen, che rende possibile il progetto –. Le campagne focalizzate sulla prevenzione e sulla creazione di cultura sui tumori rappresentano la nuova frontiera nella collaborazione tra società scientifiche e aziende farmaceutiche. Il nostro scopo non è solo fornire ai pazienti le migliori terapie possibili ma contribuire a far sì che cultura, conoscenza e prevenzione possano continuare a diventare un’arma in più a disposizione per la sconfitta di un male, che conoscendolo meglio, può in primis essere evitato e poi, quando purtroppo dovesse presentarsi, essere curato nel miglior modo possibile”.