Alcol: in Italia oltre 8,5 milioni i consumatori a rischio

03/04/2015

Roma, 3 aprile 2015 - In Italia oltre 8,5 milioni di cittadini bevono alcol in modo pericoloso per la salute. E’ quanto emerge da una recente relazione del Ministero della Salute presentata, nelle scorse settimane, al Parlamento. Nel 2013 circa 34 milioni di connazionali hanno consumato almeno un alcolico, mentre bevono quotidianamente 12,3 milioni di persone. Si tratta di un dato in lieve calo rispetto al 2012, mentre è in aumento il numero di chi beve fuori pasto, pari 14 milioni di persone, soprattutto giovani (18-24 anni) e adulti (25-44). Nel 2013 il 15,7% dei maschi e il 6,9% delle femmine di età superiore a 11 anni hanno dichiarato di aver bevuto in quantità superiori a quelle raccomandate. “L’alcol è una sostanza altamente tossica e, soprattutto, potenzialmente cancerogena - afferma il prof. Giuseppe Spriano Presidente nazionale della Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale (SIOeChCf) -. L’assunzione è assolutamente sconsigliata prima dei 16 anni, perché l’organismo non può “digerirlo” in maniera efficace e si producono più rapidamente fenomeni di intossicazione. Un cancro su dieci è causato dall’alcol e abusare con questa sostanza aumenta il pericolo di un tumore non solo al fegato o allo stomaco ma anche alla testa e collo. Ogni anno queste neoplasie colpiscono 12.000 italiani e il loro numero è in aumento a causa anche di comportamenti scorretti sempre più diffusi. Chi beve corre, infatti, un rischio 3 volte maggiore di cancro al cavo orale, faringe ed esofago rispetto ad un astemio.“L’80% dei tumori della testa-collo sono riconducibili ad alcol e sigarette - conclude il Presidente degli otorini - Per evitare la malattia è fondamentale seguire stili di vita sani e quindi niente fumo, limitare il più possibile gli alcolici, seguire una dieta sana ed equilibrata e svolgere attività fisica tutti i giorni. Un accanito bevitore o un forte fumatore invece dovrebbe sottoporsi a visite otorinolaringoiatriche periodiche, magari una volta l’anno a partire dall’età dei 50 anni in su”.