2 coppie italiane su 10 non riescono ad avere figli

01/07/2015

Roma, 1 luglio 2015 - In Italia due coppie su dieci hanno problemi di infertilità e non riescono ad avere un bambino. E nel 35% dei casi la “colpa” è dell’uomo. Secondo gli esperti si può parlare di infertilità quando la gestazione non arriva dopo almeno 12 mesi di rapporti regolari non protetti. Per prevenire l’infertilità maschile è necessario seguire fin da giovani alcune regole come:
- Evitare il caldo: temperature troppo alte possono danneggiare gli spermatozoi, soprattutto se protratte per un lungo periodo 
- No al doping: gli steroidi anabolizzanti utilizzati per aumentare la forza e la massa muscolare possono bloccare la produzione dell’ormone maschile
- Non fumare: le sigarette danneggiano gli spermatozoi perché ne riducono il numero, la vitalità e la qualità
- Proteggersi dalle infezioni: le malattie sessualmente trasmissibili possono compromettere la fertilità maschile (soprattutto la Chlamydia)
- Limitare il consumo di alcol: bere troppo guasta sia la produzione che la qualità degli spermatozoi: motilità, vitalità e struttura
I giovani italiani, rispetto alle donne, non sembrano avere particolarmente a cuore il proprio benessere riproduttivo. Il 5% dei ragazzi sotto i 20 anni ha fatto una visita dall’urologo, mentre più del 40% delle loro coetanee è stata almeno una volta dal ginecologo. Gli uomini quindi si presentano dal medico quasi sempre con disturbi in fase avanzata, trascurati per settimane o mesi, talvolta per anni. Per questo la Fondazione Veronesi ha lanciato SAM, il primo progetto di per “la salute al maschile”, promosso in collaborazione con gli urologi italiani. 
“Le donne per prime hanno capito che scoprire una malattia in fase precoce può fare la differenza – sottolinea il prof. Umberto Veronesi – Ecco perchè è il momento di agire, con un progetto importante, unico nel suo genere, mai realizzato nel nostro Paese. SAM  è un progetto che vuole portare una nuova cultura della prevenzione anche negli uomini e sostenere concretamente la ricerca scientifica in questo campo”. 
“Oggi si registra un aumento preoccupante delle patologie maschili della sfera riproduttiva e sessuale - afferma il prof. Michele Gallucci, presidente nazionale dell’AURO (Associazione Urologi italiani) - Si va dal varicocele, alle sempre più frequenti malattie sessualmente trasmissibili; dalla prostatite, che interessa circa un maschio su quattro sopra i 65 anni, all’ipertrofia prostatica benigna, l’aumento di volume della ghiandola che può verificarsi in tutti gli uomini, già a partire dai 35 anni, che può dare problemi con l’avanzare dell’età”.
“I tumori dell’apparato riproduttivo maschile sono molto sensibili allo stile di vita –. aggiunge il prof. Riccardo Valdagni neo-presidente nazionale della SIUrO  (Società scientifica di uro-oncologia) – Per questo si rendono indispensabili controllo annuali, già a partire dai 40 anni. Chi ha familiarità per queste forme di cancro, o chi ha sintomi e disturbi della minzione importanti, dovrebbe rivolgersi allo specialista per poter elaborare la giusta strategia di intervento. Grazie ad una diagnosi precoce e mirata, le prospettive di guarigione per queste neoplasie a 5 anni dalla diagnosi superano l’80%”.