Dieta mediterranea: la prevenzione passa dalla tavola

10/11/2015

Roma, 10 novembre 2015 - Quale regime alimentare è preferibile per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e tumori? La risposta è semplice e alla portata di tutti: la dieta mediterranea. I suoi punti forti sono l’elevata quantità di frutta e verdura in grado di fornire vitamine e sali e minerali; il limitato consumo di cibi contenenti grassi saturi e colesterolo; l’introito dei preziosi acidi grassi polinsaturi, l’uso di cereali soprattutto integrali, la forte presenza di omega-3 derivanti dal pesce azzurro e degli omega-6, ottenibili dagli oli vegetali (oliva, mais e girasole). Il problema è che, seppur nata in Italia, questa cultura alimentazione è seguita ormai da solo 1 italiano su cinque. Lo rivela lo studio dell’Associazione italiana di epidemiologia (Aie). “Circa il 40% di gran parte del carico di malattia degli italiani, è attribuibile a un’alimentazione scorretta o poco bilanciata – commenta il prof. Sergio Pecorelli, fondatore di Healthy Foundation –. Una maggiore adesione alla dieta mediterranea, invece, con la riduzione dei consumi di alimenti di origine animale, in particolare di carni rosse e di alimenti ad elevata densità energetica, incluse le bevande zuccherate, sarebbe in grado di dimezzare il rischio di eventi cardiovascolari e di ridurre il rischio di tutti i tumori, in particolare di quelli del colon-retto. Una dieta adeguata, ricca di nutrienti e antiossidanti consente poi di prevenire il diabete, ma anche condizioni come il sovrappeso e l’obesità, che interessano sempre di più anche bambini e giovani e sono i principali fattori di rischio importanti di numerose malattia. È importante promuovere scelte alimentari salutari attraverso politiche di prevenzione e strumenti normativi che tutelino il cittadino: ad esempio prevedere la tassazione delle bevande ad alto contenuto di zuccheri e nuove regolamentazioni che spingano l’industria a ridurre il contenuto di zucchero e di sale degli alimenti, e che cerchino di riallineare gli interessi dell’industria con gli obiettivi di salute pubblica”.