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Newsletter n°1

Al via il Progetto PerSTEP – Percorso Teorico Pratico in ambito uro-­‐‑oncologico, un’iniziativa realizzata da SIUrO e CIPOMO grazie al contributo di Sanofi. Quattro i centri pilota.

La gestione multidisciplinare e multiprofessionale dei pazienti con malattia oncologica è riconosciuta dalla comunità medica come l’approccio integrato in grado di assicurare la migliore presa in carico del paziente in tutte le fasi della malattia, gestire congiuntamente le complessità della patologia e del singolo paziente, migliorare l’outcome e la compliance ai trattamenti, favorire il tempestivo accesso a terapie di supporto e a programmi di riabilitazione e gestire tempestivamente ed efficacemente l’eventuale ripresa di malattia.

Anche nei pazienti con tumore della prostata, per i quali secondo gli stati di malattia sono disponibili diverse opzioni terapeutiche (chirurgia, radioterapia esterna associata o meno a ormonoterapia, brachiterapia, chemioterapia) e atteggiamenti osservazionali (sorveglianza attiva e vigile attesa), l’approccio multidisciplinare e multiprofessionale dovrebbe, in linea teorica, favorire e ottimizzare la gestione del percorso. Il coinvolgimento e l’interazione degli specialisti coinvolti nel processo di diagnosi e cura (vale a dire urologo, oncologo radioterapista, oncologo medico insieme a andrologo, fisioterapista, infermiere, psicologo, radiologo, uropatologo), dovrebbero permettere di porre il paziente al centro del processo di cura, garantendo informazioni esaustive, obiettive e non contraddittorie sulle opzioni disponibili, favorendo l’individualizzazione delle proposte, evitando multiple consulenze.

Nella pratica clinica di diversi paesi europei quali la Germania, l’Inghilterra e l’Olanda, i pazienti con tumore della prostata sono gestiti in modalità multidisciplinare. Anche negli Stati Uniti sono presenti diversi esempi di multidisciplinarietà e multiprofessionalità, il più famoso dei quali è stato implementato oramai 15 anni fa da Leonard Gomella alla Thomas Jefferson University.

Il tema è al centro del dibattito della comunità scientifica. European Journal of Cancer ha pubblicato il discussion paper della European School of Oncology, “The requirements of a specialist Prostate Cancer Unit” a inizio 2011. European Urology ha pubblicato gli editoriali a firma di Louis Denis, Urologo e Segretario Generale di Europa Uomo, di Leonard Gomella, cui si accennava poco fa, e di Riccardo Valdagni, Direttore del Programma Prostata e della Radioterapia Oncologica 1 dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e grande promotore e sostenitore della Clinica Multidisciplinare. In diversi congressi nazionali (SIUrO) e internazionali (ECCO-­‐‑ESMO, EMUC, Global Congress on Prostate Cancer) si è dibattuto sull’opportunità di modificare la pratica clinica per il tumore della prostata da monodisciplinare a multidisciplinare.

Purtroppo la realtà italiana è ancora fortemente improntata a una logica monodisciplinare. A parte il Programma Prostata dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che, nel 2009, ha formalizzato la prima Prostate Cancer Unit in Italia, e l’Ospedale Sant’Anna di Como, che ha un Gruppo Multidisciplinare per il Tumore della Prostata operativo già da tempo, gli esempi italiani di modelli multidisciplinari formalizzati sono davvero scarsi. È ragionevole ipotizzare che, per questa patologia, altre realtà ospedaliere lavorino con modalità multidisciplinare, ma, non essendo un’esperienza documentata in letteratura o rintracciabile in internet, non è dato sapere se la partecipazione sia su base volontaria o strutturata secondo un preciso modello organizzativo. 

Da queste premesse parte il progetto PerSTEP, Percorso Teorico Pratico in ambito uro-­‐‑ oncologico recentemente attivato da SIUrO e CIPOMO, un progetto coordinato da Giario Conti, Roberto Labianca, Tiziana Magnani, Giuseppe Martorana e Riccardo Valdagni.

Quattro centri pilota, Istituto Nazionale dei Tumori, Milano, Ospedale Sant’Anna, Como, Policlinico Sant’Orsola Malpighi, Bologna, e Ospedali Riuniti, Bergamo. Quattro realtà radicalmente diverse per tipologia di pazienti, modalità lavorative e modelli organizzativi; quattro strutture disponibili a modificare la propria struttura organizzativa per passare dalla gestione monodisciplinare alla multidisciplinarietà di approccio e cura e, al contempo, confrontarsi per ottimizzare il percorso del paziente con tumore della prostata. L’intento è creare un modello ripetibile in altre realtà ospedaliere italiane.