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Incontro dei centri che partecipano alla seconda fase del progetto PerSTEP

Come si può favorire il cambiamento culturale e organizzativo e arrivare alla multidisciplinarietà e multiprofessionalità nella cura dei pazienti con tumore della prostata? Quali sono stati i percorsi dei centri che hanno aderito a PerSTEP? Quali sono stati gli ostacoli incontrati? (sottotitolo)

Il 26 marzo 2014 si è tenuto un aggiornamento sul lavoro svolto dai centri che partecipano alla fase 2 di PerSTEP – Percorso Teorico Pratico in ambito uro-oncologico, progetto educazionale promosso da SIUrO e CIPOMO che favorisce il cambiamento verso la gestione multidisciplinare del paziente con tumore della prostata e la multiprofessionalità attraverso l’inclusione di diverse competenze nel team di cura.

Il processo di riorganizzazione e ristrutturazione svolto dai centri ha seguito alune indicazioni condivise e già applicate dai centri PerSTEP della fase 1, Bergamo – Ospedale Giovanni XXIII, Bologna – Policlinico Sant’Orsola Malpighi, Como – Ospedale Sant’Anna, e Milano – Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori:

  1. Coinvolgimento dei Direttori delle specialità interessate nel processo di diagnosi e cura;

  2. Coinvolgimento delle Direzioni Amministrative e Mediche;

  3. Identificazione di un leader;

  4. Formazione del Core Team Multidisciplinare;

  5. Formalizzazione delle relazioni e della collaborazione tra le specialità;

  6. Riunioni del Core Team Multidisciplinare;

  7. Organizzazione delle Discussioni Collegiali dei Casi o Tumor Board. 

I centri presenti all’incontro del 26 marzo erano:

CITTÀ ENTE
Bergamo Istituto Clinico Humanitas Gavazzeni
Candiolo IRCC
Cosenza Presidio Ospedaliero Mariano Santo
Fano Ospedale
Padova Clinica Urologica, Università di Padova Padova - Istituto Oncologico
Veneto
Roma Policlinico Gemelli
Sanremo Azienda USL 1
Treviglio Ospedale di Treviglio-Caravaggio

 

Dei centri non presenti è stato presentato un aggiornamento.

I centri PerSTEP fase 2 ben rappresentano la varietà della sanità italiana, sia per tipologia di pazienti, sia per modalità di lavoro.

In alcuni ospedali i team multidisciplinari per patologia sono già attivi, in altri i percorsi sono stati strutturati per alcune sedi tumorali, in altri ancora la collaborazione, se pure proficua, è ancora spontanea e non ancora strutturata.

Tutti i centri coinvolti hanno dimostrato una forte motivazione a strutturare o implementare un percorso multidisciplinare e multiprofessionale per i pazienti con tumore della prostata. In tal senso sono stati fatti passi in avanti rispetto agli incontri iniziali tenutisi a Milano a fine 2013.

Gli enti hanno cercato di trovare all’interno della proprio realtà lavorativa il modo per procedere alla riorganizzazione del lavoro, coinvolgendo le direzioni amministrative e scientifiche e instaurando buone relazioni con i colleghi delle specialità coinvolte nel processo diagnostico- terapeutico. Nella maggior parte dei centri è stato identificato un leader del quale fossero riconosciute esperienza e autorevolezza. I team multidisciplinari hanno iniziato a incontrarsi con l’obiettivo di condividere le linee guida da applicare nella routine clinica e iniziare la discussione dei casi.

Molti centri hanno riscontrato difficoltà di vario tipo: logistiche (come ad esempio: specialità presenti in ospedali distanti geograficamente, indisponibilità di luoghi adatti agli incontri multidisciplinari), relazionali (come ad esempio: poca motivazione alla collaborazione interspecialistica strutturata, comunicazione con il paziente difficoltosa), organizzative (come ad esempio: risorse ambulatoriali insufficienti per gestire il numero di accessi, accreditamento ECM degli incontri problematico, accordo sui casi da discutere collegialmente non sempre presente), economiche (come ad esempio: costi di riorganizzazione dei percorsi, costi delle convenzioni tra enti). Nonostante i problemi, i centri hanno confermato l’interesse a proseguire la strada verso una gestione multidisciplinare strutturata.

In ultimo, i centri PerSTEP (fase I e fase II) si sono dimostrati molto interessati alla possibilità di raccogliere periodicamente, da giugno 2014, alcune informazioni sulla loro casistica con l’obiettivo di un lavoro scientifico descrittivo:
quanti pazienti con tumore della prostata accedono alla Visita Multidisciplinare o alla Discussione Collegiale dei Casi?

Quali sono gli esami di stadiazione con cui arrivano in visita?

Sono questi secondo linea guida? In quanti casi i pazienti arrivavano con informazioni parziali o errate?
In quanti casi le proposte formulate dal Team Multidisciplinare sono diverse da quelle precedentemente ricevute?