Farmaci: al via progetto FIMMG-MSD, 400 medici famiglia a scuola di ricerca

12/03/2015

Roma, 12 marzo 2015 - Quattrocento medici di famiglia, nei prossimi due anni, si prepareranno a gestire la ricerca clinica e a costituire il 'Gruppo sperimentatori' della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg). L'obiettivo è quello di elaborare nuovi modelli clinici, partecipare a progetti di ricerca sui farmaci prima e dopo la loro immissione in commercio. Parte da questa prospettiva la prima Scuola di ricerca in medicina generale italiana realizzata dalla Fimmg grazie ad un contributo liberale di un milione e mezzo di euro da parte di Merck & Co. attraverso la sua controllata Msd Italia. Il progetto illustrato ieri a Roma, punta ad ottimizzare la sorveglianza dell'efficacia e della sicurezza dei farmaci sulla base dei dati ottenuti dall'esperienza reale con i pazienti. "La Scuola di ricerca in medicina generale arriva in un momento importante e rappresenta un passaggio fondamentale in cui cresce la consapevolezza di dover introdurre in questo settore la ricerca clinica che è ormai uno dei compiti essenziali del medico di medicina generale", spiega Giacomo Milillo, segretario generale della Fimmg, sottolineando che con la scuola si punta ad avere all'interno di ogni 'aggregazione funzionale di territorio', (le organizzazioni che presto coinvolgeranno tutti i camici bianchi del territorio secondo il nuovo 'disegno' dell'assistenza primaria) un medico formato nella ricerca, "in grado sia di assemblare i numeri che contraddistinguono la medicina generale sia di progettare una ricerca, di elaborare e interpretare i risultati ottenuti". La Scuola è già operativa: proprio nei giorni scorsi è partito il primo corso di formazione a distanza, "al quale i Medici di medicina generale hanno risposto in maniera straordinaria, propedeutico a un corso residenziale di tre giorni al termine del quale i partecipanti saranno progressivamente inseriti nel Gruppo ricercatori della Fimmg". L'iniziativa incassa anche il plauso del presidente dell'Aifa Sergio Pecorelli, secondo il quale "oggi la ricerca clinica nel nostro Paese è messa bene, rappresenta il 17% di tutte le sperimentazioni cliniche realizzate in Europa. Abbiamo buoni numeri". Mancano però "i medici formati in questo campo. I giovani usciti dall'università poco sanno, ad esempio, dell'autorità regolatoria. Conoscono poco il sistema. Questo progetto colma lacune importanti", conclude Pecorelli ricordando che "ogni volta che il pubblico fa un patto trasparente con il privato il sistema è vincente".