Tumore della prostata: ogni anno colpiti oltre 34mila italiani

15/02/2018

Roma, 15 febbraio 2018 – Il tumore della prostata è la neoplasia più diffusa tra gli uomini italiani. Lo scorso anno ha fatto registrare 34.800 nuovi casi e rappresenta il 20% di tutte le forme di cancro diagnosticate dopo i 50 anni. Ecco le risposte a tre domande, tra le più frequenti, che pazienti-familiari rivolgono agli specialisti:
Provoca disturbi negli stadi iniziali? E’ spesso asintomatico perché origina nelle zone periferiche della prostata e, solo in una fase successiva, può dare una sintomatologia importante come disturbi della minzione in conseguenza dell’ingrossamento della ghiandola e quindi compressione dell’uretra.
L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) può degenerare in carcinoma alla prostata? No, le due patologie sono ben distinte. Originano in zone diverse della ghiandola prostatica e possono coesistere, ma non esiste un diretto collegamento tra le due condizioni.
Durante le cure è preferibile seguire una dieta specifica? I pazienti devono evitare cibi irritanti delle vie urinarie, come insaccati, cibi piccanti e speziati, fritture e frutta secca. In qualche caso anche le bevande gassate e gli alcolici possono essere controindicati. Meglio è invece seguire una dieta varia e assortita come quella mediterranea, ricca di frutta, ortaggi (pomodori e crucifere), cereali, pesce, olio d’oliva e povera di grassi animali.
“Il carcinoma della prostata è un caso emblematico di come i tumori urogenitali vanno affrontati attraverso la multidisciplinarità – afferma il prof. Riccardo Valdagni Presidente Nazionale della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) -. Il paziente deve essere preso in carico da un team multidisciplinare così può beneficiare della competenza e della sinergia degli specialisti coinvolti nelle fasi di diagnosi, cura, assistenza e riabilitazione, senza frammentazione del percorso. Se il percorso è ben coordinato, ne risultano il miglioramento dell’assistenza, la razionalizzazione degli esami, la riduzione degli sprechi e il contenimento della spesa pubblica”.